Lungo la linea del tempo

Quanto dirò ora riguardo la linea del tempo è il tentativo di descrivere qualcosa che non ha modo di essere descritto per mezzo del linguaggio. La linea del tempo può essere solo esperita, ma queste parole possono servire comunque da guida per ottenere le giuste sensazioni, quelle che poi ti porteranno, eventualmente, alla comprensione pragmatica di questo aspetto dell’universo.

I Toltechi si resero conto dell’esistenza di una linea della terra molto particolare. Questa linea di forza è il risultato di un aspetto dell’energia, come lo sono anche l’intento o l’aspetto vibratorio. La linea del tempo è ciò che raduna di fatto la possibilità di organizzazione, la configurazione potenziale degli allineamenti (cioè dei “mondi”). Da un certo punto di vista può essere considerato un comando fondamentale dell’aquila.

I Toltechi la chiamarono linea del tempo per due motivi principali. Prima di tutto perché scoprirono che da essa si sprigiona la possibilità di controllare la modalità del tempo, ovvero il risultato fondamentale della posizione del punto di unione. La posizione del punto di unione infatti determina la modalità del tempo. Questo è un dettaglio di primaria importanza dal punto di vista dei veggenti; quando raggiunsero questa comprensione essi si resero conto che potevano controllare con estrema precisione la posizione del punto di unione intervenendo direttamente sulla modalità del tempo.

Il secondo motivo è perché i nostri occhi sono agganciati a questa linea; vi siamo come appesi. Tutti gli esseri dotati di consapevolezza sono agganciati dal flusso della linea del tempo e hanno, potenzialmente, la facoltà di intervenire sulla esatta attitudine della linea stessa “muovendosi” così lungo essa. Quando ci si “sposta” lungo la linea ci rende conto, senza più alcuna ombra di dubbio, che il tempo non è lineare. Ciò che si sperimenta infatti è che ci si può innestare, assestare, in posizioni che sembrano essere parallele l’una all’altra, scorrendo attraverso questo poderoso flusso. Ogni volta che ci si muove lungo la linea del tempo però non andiamo avanti o indietro nel tempo stesso, ma cambia il modo in cui il tempo sta funzionando in forma più o meno marcata.

Secondo il modo in cui usiamo gli occhi, la linea reagisce e noi possiamo muoverci, scivolare, variando la modalità del tempo stessa. Così i Toltechi si accorsero che la linea del tempo può venire stimolata nello stesso modo in cui si evoca l’intento con gli occhi. Anzi che questo diventa un modo grazie al quale linea del tempo e intento coincidono, condividono uno stesso spazio. Questo spazio di coincidenza può venire esteso all’infinito; quando accade i Toltechi dicono di avere “aperto la linea del tempo”.

Nella sequenza per la predominanza del corpo energetico per esempio si usano movimenti che sono intesi per aprire la linea del tempo.

Un ultimo appunto. Sebbene venga chiamata “linea” cerca di fare uno sforzo e di non immaginarla come una linea che va da un inizio alla fine. Il tempo non è lineare, è più simile a qualcosa di “parallelo in ogni direzione possibile”. Soprattutto non è pensabile ma solo esperibile. In questo caso viene chiamata linea solo perché la terra ha la facoltà di organizzare i possibili allineamenti in un flusso che permette la connessione degli esseri consapevoli.